Ultima modifica: 25 Gennaio 2022

Progetto PLASTIC-FREE

In collaborazione con Ökoinstitut Südtirol/Alto Adige

Formazione docenti 3 settembre 2019 Dalle ore 8.00 alle ore 10.00 docenti Sc. Primaria (Galilei)

Dalle ore 10.00 alle ore 12.00 docenti Sc. Sec di I grado (Negrelli)

Incontri con i genitori 5 settembre 2019 Dalle ore 16.30 alle ore 17.30 Scuola San Pietro – Lana

Dalle ore 18.00 alle ore 19.00 Scuola Giovanni XXIII – Sinigo

PERCHÉ UNA SCUOLA PLASTIC FREE

La produzione mondiale di plastica è passata dai 15 milioni di tonnellate del 1964 agli oltre 310 milioni attuali e si stima che nel 2050 saranno oltre 400 milioni (fonte Science Advances, 19 Luglio 2017).

Di questi ogni anno almeno 8 milioni di tonnellate (fonte ONU 2017) di plastica finiscono negli oceani (ogni minuto nell’oceano viene scaricato un tir pieno di plastica). La plastica costituisce un terzo di tutti gli scarti inquinanti del pianeta. Gli imballaggi e tutti gli oggetti monouso sono costosi da realizzare e raramente riciclati.

Partendo da queste considerazioni iniziali la situazione è allarmante. L’enorme produzione e diffusione della plastica, in ogni settore, ha il suo rovescio della medaglia poiché ritroviamo questo materiale davvero ovunque, dalla Fossa delle Marianne, a 10 km di profondità, fino ai Poli. In particolare si distinguono:

– le macroplastiche, ossia i rifiuti di maggiori dimensioni provenienti da oggetti comuni e quasi tutti monouso: sacchetti, bottiglie, tappi, stoviglie, cannucce, bastoncini per cotton-fioc ecc;

– le microplastiche, frammenti inferiori ai 5 millimetri, che hanno gli impatti maggiori sulla vita marina. Le microplastiche hanno nell’ecosistema marino un comportamento simile a quello del plancton, che una volta mangiate da pesci e filtrate dai molluschi (cozze e vongole) entrano nella catena alimentare e finiscono all’uomo.

Altre microplastiche sono prodotte appositamente dall’industria, come: agenti esfolianti o additivi di saponi, creme, gel, dentifrici oppure sono generate accidentalmente, per esempio, dalla polvere degli pneumatici e dall’uso e lavaggio di fibre sintetiche.

Il problema delle microplastiche supera anche i confini marini, arrivando a contaminare anche aria e acqua, sia di rubinetto sia imbottigliata e alimenti come la birra, il sale e il miele.